Il tiglio selvatico: una pianta amata dalle api.
Ordine: Malvales
Famiglia: Malvaceae
Genere: Tilia
Specie: T. cordata
MORFOLOGIA
Portamento e dimensioni: albero deciduo longevo, che può raggiungere i 25-30 metri di altezza. Ha chioma ampia e globosa.
Corteccia: di colore grigio e solcata longitudinalmente con fenditure poco profonde.
Foglie: semplici, alterne e ovate o a forma di cuore. Presentano margine seghettato e sono appuntite all’apice.
Fiori: bianco-giallognoli e riuniti in gruppi di 5-15 unità in un corimbo sorretto da una foglia modificata detta brattea. Compaiono tra giugno e luglio e sono molto profumati.
Frutti e semi: capsule sub-globose di colore grigiastro che si aprono in inverno rilasciando i semi.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
Il tiglio selvatico è una pianta originaria dell’Europa. Predilige terreni profondi, freschi e ricchi di humus ed esige buona umidità dell’aria e del suolo. Si trova spesso in associazione con altre specie, come ad esempio il faggio, la rovere e l’abete bianco. In Italia lo si ritrova solo fino alla Basilicata e dall’alta pianura fino a 1.500 metri di quota circa.
UTILIZZO
In falegnameria, ebanisteria e in modellistica si utilizza il legno per la sua caratteristica leggerezza e al contempo resistenza. La specie è molto mellifera: amata dalle api, se ne produce un miele ricercato e profumato. Il tiglio selvatico viene coltivato anche a scopo ornamentale in parchi, giardini e come alberatura stradale. Resiste bene infatti all’inquinamento atmosferico urbano.
CURIOSITÀ
Il nome del genere deriva dal greco “ptilon” (=ala) per la caratteristica brattea che ricopre l’infiorescenza. Cordata si riferisce invece alla forma a cuore tipica delle foglie.
La specie è impiegata fin dall’antichità in fitoterapia per trattare l’insonnia, il nervosismo, ma anche tosse e sintomi influenzali. Si utilizzano in particolare le brattee e le infiorescenze, che vengono essiccate per produrne poi un infuso.

Foglie

Infiorescenza portata dalla brattea