L’ippocastano: il falso castagno.
Ordine: Sapindales
Famiglia: Sapindaceae
Genere: Aesculus
Specie: A. hippocastanum
MORFOLOGIA
Portamento e dimensioni: albero deciduo alto fino a 15 m. Presenta un fusto eretto e robusto, molto ramificato e con chioma densa.
Corteccia: bruna negli esemplari giovani, diventa grigio-nerastra negli adulti. Tende a desquamarsi in placche irregolari.
Foglie: lunghe fino a 2 cm, opposte e palmate, formate da 5-7 foglioline lanceolate. Di colore verde brillante e con margine dentato.
Fiori: riuniti in pannocchie lunghe fino a 20 cm, coniche, terminali ed erette. Presentano 4-5 petali ciascuno e sono di colore bianco.
Frutti e semi: grossa capsula verdastra, munita di aculei pungenti; ciascuna contiene un seme di grandi dimensioni simile alle castagne. Viene chiamato per questo castagna matta.
DISTRIBUZIONE E HABITAT
Pianta originaria dell’Europa orientale, tra i Balcani e il Caucaso, che raggiunge i 1.200 m di quota. Tollera le basse temperature e non ha particolari esigenze in fatto di substrato; è comunque poco resistente alla salinità del suolo e preferisce terreni umidi. È molto sensibile agli inquinanti atmosferici.
UTILIZZO
L’ippocastano è una pianta usata a scopo ornamentale specialmente per viali alberati. Il suo legno è invece di bassa qualità e non viene quindi impiegato in falegnameria ed ebanisteria.
CURIOSITA’
I frutti macinati sono impiegati come sfarinati per mangimi ad uso zootecnico; da qui deriva il nome scientifico della specie. Consumati freschi sono invece velenosi per l’alto contenuto di saponine. Possono causare disturbi gastrointestinali e prurito.
I fiori dell’ippocastano bianco fanno parte dei fiori di Bach, un rimedio alternativo nell’ambito della floriterapia.

Foglie composte

Foliazione e gemmazione

Frutto maturo

Fiore

Corteccia

Portamento