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Biancospino Paul Scarlet

Il biancospino Paul Scarlet, dai fiori sterili.

Ordine: Rosales  

Famiglia: Rosaceae  

Genere: Crataegus  

Specie: Crataegus monogyna var. Paul Scarlet

MORFOLOGIA

Portamento e dimensioni:

arbusto deciduo o piccolo albero alto in media 2 o 3 metri. Ha crescita molto lenta ed è longevo; raggiunge infatti anche 500 anni. Ha chioma globosa o allungata e tronco ramificato e spinoso. Le spine sono aguzze, scure e lunghe fino a 2 centimetri, portate sui ramoscelli laterali.

Corteccia:

negli esemplari giovani si presenta lista e di colore grigio chiaro. Tende poi a sfaldarsi a placche negli esemplari adulti, diventando brunastra.

Foglie:

piccole di dimensione, semplici, alterne e coriacee. Hanno forma romboidale o ovale e margine dentato. Sono suddivise in 5 lobi profondi, di colore verde brillante. 

Fiori:

di colore rosa e molto profumati, riuniti in corimbi eretti. Sono doppi, sterili e compaiono tra marzo e maggio. 

Frutti e semi:

i frutti del biancospino sono piccole drupe rosse e carnose a maturità, riuniti in densi grappoli. Contengono ciascuno un singolo seme di colore giallo-bruno e sono molto apprezzati dall’avifauna e dai piccoli mammiferi. Avendo fiori sterili e quindi non fertili, questa varietà di biancospino nello specifico produce frutti a bacca occasionalmente.  

DISTRIBUZIONE E HABITAT

Cultivar del biancospino, pianta originaria dell’emisfero settentrionale. È indifferente al tipo di suolo ma non sopporta i ristagni d’acqua. Come la specie tipo è presente in tutta Italia, soprattutto in aree di boscaglia e tra i cespugli, fino a 1.500 metri di quota.

UTILIZZO

Il biancospino Paul Scarlet viene coltivato a scopo ornamentale per la fioritura molto ricca e colorata. Il legno, essendo denso e  pesante, non viene impiegato in falegnameria. È però apprezzato come combustibile.

L’uso terapeutico della specie è attestato sin dall’antichità: funziona in particolare per combattere diverse patologie circolatorie, migliorando l’afflusso del sangue e riducendo i livelli di colesterolo. Viene inoltre impiegato in campo cosmetico per la sua azione astringente sulle pelli grasse e in cucina, per produrre bevande fermentate e confetture lievemente astringenti.

Attenzione: prima di assumere qualsiasi prodotto di origine vegetale (farmaco o non farmaco) per fini terapeutici o simil-terapeutici, è sempre opportuno rivolgersi preventivamente al proprio medico.

CURIOSITÀ

Il nome del genere deriva dal greco “kratos” (= forza) in riferimento alla robustezza della pianta e del legno. L’epiteto specifico “monogyna” indica invece che il fiore porta un solo pistillo come organo riproduttore femminile.

Secondo una leggenda, Giuseppe d’Arimatea, dopo la morte di Cristo, si spostò in Inghilterra, in particolare a Glastonbury e qui costruì una chiesa. Un giorno Giuseppe piantò a terra il suo bastone e da esso prese vita una pianta di biancospino. Tale pianta è stata chiamata appunto “biancospino di Glastonbury” o “Spina Santa”, e presenta una caratteristica unica che la rende diversa dagli altri individui della stessa specie. È infatti un ibrido che fiorisce sia in primavera che in pieno inverno, nel periodo natalizio.

L’albero originale fu oggetto di numerosi pellegrinaggi nel Medioevo, ma nel corso della Guerra Civile inglese fu distrutto. Nel Novecento un nuovo biancospino fu però piantato nella stessa area, utilizzando i rami originali della “Spina Santa”. Ogni anno, nel giorno dell’Immacolata Concezione, una spina della pianta viene tagliata e inviata alla regina Elisabetta per ornare la sua tavola di Natale.

Portamento

Corteccia

Foglie e bacche

Foglie e fiori

Il biancospino di Parco Monte Stella

Servizi ecosistemici
Valore
Valore economico €
515,44
Sequestro Carbonio Kg/Anno
3,70
Deflusso Idrico evitato m3/Anno
0,10
Rimozione Inquinanti Gr/Anno
53,90
Benefici economici €/Anno
5,03

Fonte: geoportale.comune.milano.it/sit/patrimonio-del-verde

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