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Itinerario 12: dal Parco Jan Palach al Parco Quartiere le Terrazze

Il Progetto Giraparchi


Milano ospita diversi giardini, parchi e spazi verdi che risultano essere enormi polmoni per una metropoli sempre più caotica e inquinata, ognuno con la propria storia, vegetazione e fauna.
 Molte di queste aree verdi milanesi sono però poco conosciute e fruite, nascoste tra gli enormi palazzi della città o racchiuse da alte siepi e muri. 

 

Il progetto “GIRAPARCHI” nasce per scoprire le ricchezze di questi spazi, indispensabili per i cittadini e per la città stessa. Con questa iniziativa porteremo a conoscere gli aspetti storico-artistici e naturalistici non solo dei parchi più fruiti, come Parco Sempione e i Giardini pubblici Indro Montanelli, ma anche di quelli più nascosti e meno turistici, attraverso degli itinerari accessibili a tutte le fasce d’età.  

Gli obiettivi sono quindi diversi: valorizzare il territorio ed in particolare le indispensabili aree verdi che si inseriscono nel contesto urbano; promuoverne ed implementarne la fruizione e la conoscenza, sia dal punto di vista storico/architettonico che naturalistico; tutelare e preservare queste aree responsabilizzando la cittadinanza alla gestione e alla custodia del proprio territorio; avvicinare i cittadini alle bellezze della loro città coinvolgendo italiani di seconda generazione, famiglie straniere, giovani e cittadini meno coinvolti da iniziative culturali.  

Dal Parco Jan Palach al Parco Quartiere le Terrazze

Partenza: Parcheggio di via Donna Prassede ang. Via Don Ferrante

Arrivo: Parco Quartiere Le Terrazze, ingresso via Fratelli Fraschini

Durata: 1 ora e 2 minuti

Lunghezza: 5,1 km

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Ci troviamo nell’estrema periferia della città di Milano, a confine con il Parco Agricolo Sud Milano. Tra il Naviglio Pavese e il canale scolmatore Lambro Meridionale sorge il “Quartiere Binda”, che prende il nome dalla ex Cartiera attiva sul territorio fino al 1997. L’itinerario parte dal Parco Jan Palach e passa dal quartiere Chiesa Rossa, per poi terminare presso il quartiere Le Terrazze.

Poco più a nord del percorso che andremo a seguire, si sviluppano i due quartieri Torretta, chiamato anche dei Promessi Sposi in quanto la toponomastica della maggior parte delle sue vie si rifà ai personaggi del romanzo di Manzoni, e Stadera. Quest’ultimo, sviluppato intorno a caseggiati di epoca fascista e inizialmente chiamato dai fascisti stessi quartiere “28 Ottobre” in memoria della marcia su Roma, venne ribattezzato dai suoi abitanti “Baia del Re”, su ispirazione del comandante Umberto Nobile che proprio da questa zona partì a bordo del dirigibile Italia per raggiungere il Polo Nord nel 1928. Il suo attuale nome compare solo nel Dopoguerra per la presenza sul territorio dell’omonima Cascina Stadera.

1. Parco Jan Palach

Il Parco Jan Palach è in realtà l’unione di due differenti aree verdi confinanti, realizzate in tempi differenti ma oggi riconoscibili come un unico parco. Più a nord si trova il Parco Cascina Caimera, progettato nel 2003 e con una superficie di circa 7 ettari. Il parco prende il nome da un’antica cascina della zona e ospita più di 700 essenze botaniche, tra cui querce, meli da fiore, pioppi, liriodendri e gelsi. Il Parco di Conca Fallata, più a sud, è stato realizzato nel 2011 a seguito della riqualificazione dell’area della Cartiera Binda.

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2. L’ex Cartiera Binda

Lo stabilimento, che si affaccia in parte sul Parco Jan Palach, è stato costruito nel 1857 da Ambrogio Binda ed è stata la prima cartiera in Italia ad introdurre la produzione della carta gelatinata, seguendo il metodo brevettato dagli inglesi. Si stima producesse 7.000 kg di carta al giorno, impiegando il lavoro di circa 700 operai. Con gli anni, infatti, la cartiera è stata circondata da case, diventando il fulcro di un villaggio di quasi 1.000 abitanti. La sua posizione presso la Conca Fallata sul Naviglio Pavese non è casuale: lo stabilimento è stato progettato proprio per ricavare energia elettrica sfruttando il salto di 4,80 metri generato, a livello della conca, dall’immissione del Lambro Meridionale nel Naviglio stesso. Duramente colpita dalla grave crisi del settore cartario, continuò a produrre fino al 1997, anno in cui venne definitivamente chiusa. È stata negli ultimi anni oggetto di una riqualificazione che ha visto il recupero di alcuni edifici storici e la costruzione di nuove residenze.  

3. Il Naviglio Pavese e la Conca Fallata

Si dirama dal Naviglio Grande in prossimità della Darsena e sfocia nel fiume Ticino, nella città di Pavia, dopo aver percorso circa 33 chilometri. Iniziato nel 1564 e concluso solo nel 1819, ha permesso di collegare Milano al Mare Adriatico attraverso il percorso Naviglio – Ticino – Po. 

La Conca Fallata, realizzata alla fine del sedicesimo secolo, rappresenta un esempio di conca di navigazione che permette di coprire un dislivello sul Naviglio di 4,80 metri. È stata chiamata fallata, ossia sbagliata, perché secondo i milanesi la sua realizzazione fu inutile, dato che le conche già presenti sui Navigli erano sufficienti per permettere una navigazione sicura. Si pensa però che questa avversione da parte dei milanesi verso la conca fosse dovuta alle tasse imposte ai cittadini per finanziare la costruzione della conca stessa.

4. Parco Chiesa Rossa

Il parco è stato realizzato nel 1970 su un’area di 30.000 metri quadri che un tempo ospitava il complesso della Cascina Chiesa Rossa, tipica cascina lombarda del Seicento ed importante esempio di architettura rurale a Milano. Del complesso originale rimangono ad oggi cinque edifici: la Chiesa di Santa Maria alla Fonte con la Canonica, il Portico, l’ex abitazione e l’ex Stalla, che ospita attualmente la Biblioteca comunale Chiesa Rossa.

Il parco, un tempo area ricca di ruscelli, rogge e boschi, ospita diverse essenze botaniche, tra cui gelsi neri, pioppi, tigli e liriodendri. Presso l’ingresso di Piazza Abbiategrasso è presente un monumento ai Caduti della Resistenza. 

5. La Chiesa di Santa Maria alla Fonte

Risalente al decimo secolo, questa chiesa ha vissuto momenti di splendore e di totale abbandono. Sorta sopra le fondamenta di un piccolo edificio di culto paleocristiano, era nota anticamente come Santa Maria ad Fonticulum o Santa Maria di Fonteggio. Nel 1139 la chiesa venne affidata alle monache benedettine diventando un monastero, che venne soppresso alla fine del Settecento. Santa Maria alla Forte venne così trasformata in un granaio. 

Solo nel 1928 la chiesa è stata dichiarata monumento nazionale e nel 1960 il Comune di Milano ha acquistato il complesso della Cascina Chiesa Rossa, restaurando l’edificio di culto. Dal 2008 la chiesa è aperta al pubblico e ospita una fraternità francescana. È a mattoni a vista (da qui il nome della Cascina) e si trova sotto il piano stradale di ben 3 metri. Si presenta in stile romanico, con navata singola e tetto a capanna.

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6. Chiesa di Sant’Antonio Maria Zaccaria e il Piazzale Fabio Chiesa

Antistante alla Chiesa di Sant’Antonio Maria Zaccaria, costruita tra il 1966 e il 1968, si trova Piazzale Fabio Chiesa, che è stata riqualificata negli ultimi anni attraverso il progetto “Piazze Aperte” del Comune di Milano. L’intervento di urbanistica tattica ha trasformato il piazzale in uno spazio di aggregazione per la comunità locale, attraverso la posa di nuovo arredo urbano, piante in vaso e cassoni da orto.

Sulla piazza si affaccia il Teatro Ringhiera, sala con capienza di 230 posti in gestione all’A.T.I.R. – Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca.  

7. Parco Agricolo del Ticinello

Con i suoi 88 ettari è il quarto parco milanese per superficie e rientra nel Parco Agricolo Sud Milano. In questa ampia area verde urbana coesistono attività agricola e utilizzo pubblico, con la presenza di due cascine a testimonianza della storia rurale del territorio: Cascina Campazzino e Cascina Campazzo. Quest’ultima rappresenta il fulcro del parco. È una tipica cascina lombarda a corte chiusa, dove sussiste un’attività zootecnica costituita da un allevamento di bovine per la produzione di latte. È un eccellente esempio di azienda agricola multifunzionale: ospita infatti l’associazione che dal 1990 promuove il parco e il suo territorio. 

Sono presenti nel parco numerose specie arboree, tra cui pioppi, querce, carpini, frassini, aceri e tigli, che formano una sorta di corridoio ecologico di importanza cruciale per la rinaturalizzazione della città metropolitana.

Caratteristica è la presenza di marcite, una tecnica colturale dalle origini molto antiche e tipica della pianura a sud di Milano. Nel Parco del Ticinello permangono quattro fra le ultime marcite perfettamente conservate e tuttora in attività del territorio sud del capoluogo lombardo, identificate dagli antichi nomi che si riferivano a caratteristiche dei campi: Pra’ delle galline, Vigna, Forno alto e Maruzzello. Contrariamente alla maggior parte delle marcite, quelle del Parco non sono alimentate da un fontanile, ma da una rete di canali che deriva dalla Roggia Scarpogna, un tempo usata come scarico delle acque fognarie. 

8. Parco Quartiere Le Terrazze

Costruito agli inizi degli anni Novanta dall’imprenditore Salvatore Ligresti, il complesso de Le Terrazze venne realizzato ad uso commerciale e residenziale. Il parco, realizzato a contorno del quartiere al confine con Parco il Agricolo del Ticinello, ospita in particolare un laghetto, chiamato Laghetto BRAMA, nato nell’ambito del progetto “Milano Città di Campagna”, come area umida di piccole dimensioni, ma di elevato interesse ecologico. 

9. La Chiesa Madre Teresa di Calcutta

Questo edificio rappresenta un modello di chiesa moderna, caratterizzata da un’architettura essenziale e dall’assenza del campanile, sostituito da una cella campanaria fatta a griglia metallica. Iniziata nel 2009 per volere del Cardinale Tettamanzi, è stata ultimata solo nel 2021.

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