Itinerario 7: Giardini pubblici Indro Montanelli, Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte e Giardini Perego
Il progetto Giraparchi
Milano ospita diversi giardini, parchi e spazi verdi che risultano essere enormi polmoni per una metropoli sempre più caotica e inquinata, ognuno con la propria storia, vegetazione e fauna. Molte di queste aree verdi milanesi sono però poco conosciute e fruite, nascoste tra gli enormi palazzi della città o racchiuse da alte siepi e muri.
Il progetto “GIRAPARCHI” nasce per scoprire le ricchezze di questi spazi, indispensabili per i cittadini e per la città stessa. Con questa iniziativa porteremo a conoscere gli aspetti storico-artistici e naturalistici non solo dei parchi più fruiti, come Parco Sempione e i Giardini pubblici Indro Montanelli, ma anche di quelli più nascosti e meno turistici, attraverso degli itinerari accessibili a tutte le fasce d’età.
Gli obiettivi sono quindi diversi: valorizzare il territorio ed in particolare le indispensabili aree verdi che si inseriscono nel contesto urbano; promuoverne ed implementarne la fruizione e la conoscenza, sia dal punto di vista storico/architettonico che naturalistico; tutelare e preservare queste aree responsabilizzando la cittadinanza alla gestione e alla custodia del proprio territorio; avvicinare i cittadini alle bellezze della loro città coinvolgendo italiani di seconda generazione, famiglie straniere, giovani e cittadini meno coinvolti da iniziative culturali.
Provate tutti i nostri itinerari, da soli o in compagnia, facendo particolare attenzione alla natura che vi circonda!
Dai GIARDINI PUBBLICI INDRO MONTANELLI al GIARDINO DELLA VILLA BELGIOJOSO BONAPARTE fino ai GIARDINI PEREGO
Partenza: via Palestro ang. Corso Venezia
Arrivo: via dei Giardini 7/9
Durata: 18 minuti
Lunghezza: 1,5 km
Un itinerario che tocca tre parchi più o meno conosciuti del centro, molto vicini tra loro e nati con scopi diversi. Ciascuno ospita diverse specie di piante che vanno dal bagolaro al carpino bianco, dalla magnolia al tasso.
1. I Giardini Indro Montanelli
Inaugurato alla fine del Settecento dall’amministrazione asburgica e con un’estensione di 172.000 metri quadri, è stato il primo parco milanese espressamente destinato allo svago collettivo. Inizialmente chiamato “Giardini di Porta Venezia” o “Giardini di Palestro”, dal 2002 è stato intitolato al giornalista e saggista Indro Montanelli, che qui passava parte del proprio tempo libero.
Inizialmente l’area era un grande appezzamento di terreno di proprietà della famiglia Dugnani, illustre famiglia milanese, con orti coltivati in affitto collegati da una rete di corsi d’acqua. Nel 1780 l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este, allora vicerè di Milano, ha incaricato l’architetto Giuseppe Piermarini di trasformare il terreno in parco pubblico, inglobando due piccoli monasteri lì presenti e realizzando un giardino alla francese (incentrato su simmetrie, giochi d’acqua e grandiose prospettive).
Tra il 1856 e il 1862 il parco è stato ampliato verso ovest seguendo lo stile all’inglese, aggiungendo quindi laghetti artificiali, ruscelli e alture. Successivamente alla costruzione del Museo di Storia Naturale, sono state allestite all’interno del parco gabbie e voliere per animali, dando vita a quello che era lo zoo di Milano, chiuso poi nel 1992 in seguito a richiesta degli ambientalisti. Ad oggi ne rimane solo il padiglione con le gabbie dei grandi felini, riadattato a spazio didattico per il museo di storia naturale, e la vasca delle otarie. L’area è stata poi risistemata a cura dell’architetto Emilio Alemagna.
2. Il Museo Civico di Storia Naturale
Aperto al pubblico dal 1844 in occasione del sesto Congresso degli Scienziati Italiani, inizialmente istituito presso Palazzo Dugnani. È stato poi spostato nell’attuale palazzo, edificato in stile neogotico. Un incendio causato da un bombardamento anglo-americano nel 1943 ha devastato l’edificio e distrutto parte delle collezioni; il museo è stato poi riaperto al pubblico nel 1952. È costituito da 23 saloni d’esposizione, preservando quasi tre milioni di pezzi.
3. Il Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte
Chiamato anche Giardino della Villa Reale di Milano, il Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte è un parco storico che completa la Villa Reale, dimora neoclassica. È stato progettato nel 1790 dall’architetto Leopold Pollack insieme alla villa su commissione del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso ed è uno dei primi giardini in stile romantico di Milano. La struttura nel suo complesso ha beneficiato del contributo di architetti del paesaggio come il conte Ercole Silva (progettista anche dei giardini di Villa Reale di Monza e di Villa Litta ad Affori) e Luigi Villoresi. Dopo diversi passaggi di proprietà (tra cui essere stata residenza di Napoleone e del maresciallo Radetzky) nel 1919 il giardino privato è diventato proprietà del Comune di Milano e nel 1921 è stato aperto al pubblico.
Il Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte copre un’area di 24.000 metri quadri (villa compresa) e presenta un impianto compositivo asimmetrico, con una piccola cascata che alimenta il laghetto di fronte alla villa. Il giardino è in realtà riservato ai bambini fino a 12 anni di età e gli adulti possono accedervi solo se accompagnano bambini.
All’interno del Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte è possibile osservare:
Tempietto circolare dedicato ad Amore
con pianta circolare.
Padiglione d’arte contemporanea (PAC)
Ospitato in uno spazio progettato sulle macerie delle ex scuderie della villa, distrutte dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gruppo scultoreo Il santo, il giovane, il saggio di Adolfo Wildt e gruppo scultoreo I sette Savi di Fausto Melotti
Il primo, che rappresenta una fontana in marmo, è oggi conservato all’interno di un tempietto per mantenerne la conservazione.
Galleria d’Arte Moderna (GAM)
Esempio di architettura neoclassica con esposte collezioni che illustrano lo sviluppo dell’arte italiana e lombarda dall’età neoclassica alla prima parte del Novecento. È ospitata dentro la Villa Reale. Di particolare rilevanza un bagolaro all’ingresso del giardino con fusto policormico. Da un unico ceppo sorgono infatti due fusti che raggiungono un’altezza di circa 30 metri.
4. Statua a Indro Montanelli
È stata realizzata in memoria del famoso giornalista e scrittore. Ogni mattina Montanelli, recandosi al lavoro presso Il Giornale, quotidiano da lui fondato e diretto, era solito sostare per qualche attimo su una panchina dei giardini, vicino all’ingresso di piazza Cavour. Fu in tale luogo, all’angolo fra via Manin e piazza Cavour, che la mattina del 2 giugno 1977 Montanelli fu vittima di un attentato ad opera delle Brigate Rosse, che gli spararono alle gambe. Nel 2020 la statua ha subito atti di vandalismo: è stata imbrattata con la scritta “razzista e stupratore” (si dice che Montanelli durante la guerra coloniale degli anni Trenta abbai avuto una relazione con un’abissina dodicenne).
5. Monumento a Camillo Benso conte di Cavour
Eretto in bronzo da Odoardo Tabacchi in commemorazione del quarto anniversario della morte di Camillo Benso, nel 1865. Sulla gradinata di base è presente la statua di una donna rappresentata seminuda e raffigurante l’Italia.
6. Gli Archi di Porta Nuova
Una delle porte maggiori sul tracciato medievale delle mura di Milano.
7. I Giardini Perego
Voluti dalla famiglia Perego di Cremnago, il giardino in passato copriva una superficie più estesa grazie all’annessione degli orti del Monastero di Sant’Erasmo, soppresso alla fine del Settecento. L’area si estendeva infatti fino a via Borgonuovo, vicino a Montenapoleone. Progettati da Luigi Canonica come parco dai viali squadrati, sono stati poi risistemati da Luigi Villoresi che li ha resi un giardino all’inglese (come si può riconoscere oggi).
La costruzione della prima Stazione Centrale causò problemi viabilistici alla zona e portò nel 1940 alla trasformazione di una parte del giardino in quella che è attualmente via dei Giardini. La restante parte è stata acquistata dal Comune di Milano per farne un parco pubblico.
Tutte le statue originarie di proprietà dei Perego sono state traslocate, esclusa una, la Statua di Vertunno (divinità romana di origine etrusca che simboleggiava il cambiamento delle stagioni e la maturazione dei frutti), opera del tardo Settecento ancora presente vicino all’area giochi. Sono poi presenti altre statue installate solo negli ultimi anni per abbellire il giardino.
Stampa la mappa del parco con l’itinerario, piegala seguendo le linee e inizia il tuo percorso!
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